FIRMATE LA PETIZIONE IN DIFESA DI RI-MAKE BENE COMUNE

rimaflowadmin 16 Maggio 2017 Commenti disabilitati su FIRMATE LA PETIZIONE IN DIFESA DI RI-MAKE BENE COMUNE

PETIZIONE

Ri-Make è un bene comune, difendiamolo!

Pochi giorni fa ci è giunta una notizia: la proprietà dello stabile di via Astesani 47, l’ex Bnl recuperata dal progetto Ri-Make, verrà trasferita ad una società immobiliare privata con il compito di vendere lo stabile. Attualmente la proprietà dell’immobile è in mano ad una società liquidatrice, Argentaria S.r.l, che 13 anni fa ha ricevuto l’incarico di rivendere lo stabile direttamente dall’autorità giudiziaria, che ha sottratto la proprietà dell’ex Bnl ad una società immobiliare a causa dei debiti contratti. Una storia di fallimenti più o meno voluti e di indagini penali, infatti, ha portato la vecchia società proprietaria in tribunale. Uno stabile per altro di un particolare valore architettonico, progettato dai fratelli Latis negli anni ‘60, e oggetto di studi del Politecnico di Milano, e soggetto di importanti mostre fotografiche sul patrimonio architettonico cittadino a Palazzo della Ragione.

A 13 anni di distanza l’immobile è ancora invenduto ma negli ultimi 3 anni, dopo 10 di totale abbandono, quel luogo è divenuto per Milano un bene comune: il 15 maggio del 2014 Ri-Make ha riaperto le porte di quell’edificio.Ri-Make è un bene comune di tutte e tutti. I progetti sociali, culturali e solidali che al suo interno si sono sviluppati, trasformando una banca abbandonata in uno spazio di riferimento per il quartiere e la città intera, non possono essere messi in pericolo per gli interessi della speculazione immobiliare. La storia di questi tre anni va in direzione decisamente opposta a quegli interessi: è la storia di un luogo dove al centro ora stanno le relazioni umane, i bisogni sociali, il dibattito e il confronto, la ricchezza degli scambi culturali.

Il recupero sociale di uno spazio finito in disuso a causa di operazioni illecite, è un’esperienza molto simile al recupero dei beni confiscati alle mafie.

“Ma occupare è illegale”, si dice.

Ma, in tutta questa storia, dove sta davvero la legalità?

Formalmente è legale tenere uno stabile sfitto, vuoto e abbandonato al degrado, ma è giusto? Noi pensiamo sia uno spreco, un’ingiustizia se si pensa al bisogno di spazi di cultura, solidarietà e socialità.

È legittimo allora tenere interi edifici vuoti, con il solo scopo di far alzare i prezzi del mercato immobiliare, quando ci sono decine di progetti senza la possibilità di avere uno spazio? progetti di assistenza legale ai rifugiati, corsi di informatica, rassegne cinematografiche, pranzi di quartiere, intervento sociale nelle periferie, progetti di promozione del km zero, gruppi di auto-aiuto contro la discriminazione di genere: è giusto che non abbiano spazio?

Ri-Make nasce dall’idea che no, non sia giusto e che non dovrebbe essere nemmeno legale, perché i bisogni e la partecipazione di chi vive nei quartieri, soprattutto nelle periferie, dovrebbero stare al primo posto nella gestione di un territorio.

Alcune leggi a dire il vero, già ci danno ragione, come quella che permette all’amministrazione comunale di divenire proprietaria di beni privati abbandonati da più di 5 anni. Oppure la legge sulla già citata confisca dei beni alle mafie, che prevede l’assegnazione di quei beni a progetti di valore sociale. Per altro, uno dei progetti che si è sviluppato all’interno dello spazio, il progetto “Hotel del mutuo soccorso e della solidarietà” dell’Associazione Mshikamano è stato riconosciuto dalla Commissione Antimafia e dal Comitato Legalità di Regione Lombardia come proposta di riuso innovativo dei beni confiscati alla mafia, e presentato in Regione lo scorso 23/03/2017.

Per questo pensiamo sia necessario:

  •  la difesa del valore storico e architettonico dello stabile con un intervento della Soprintendenza all’Archeologia e alle Belle Arti che ha il potere di vincolare i beni culturali per la loro salvaguardia e valorizzazione
  • l’esproprio da parte dell’amministrazione Comunale – come prevede l’Art.12 sul recupero urbano del nuovo regolamento urbanistico – e l’emissione di una delibera sull’uso civico dello spazio che ne riconosca la gestione collettiva e partecipata in virtù della sua utilità sociale (come già successo per il Teatro Montevergini occupato di Palermo e per sette spazi autogestiti a Napoli)
  • la tutela dei tanti progetti sociali, di solidarietà, culturali e aggregativi nati nello spazio: dalla serigrafia autogestita al coworking artistico gratuito allo sportello di consulenza legale e solidarietà a migranti e rifugiati (che copre un vuoto istituzionale nella zona e per il quali siamo stati ricevuti in incontri ufficiali in Prefettura già due volte); dai percorsi di educazione al genere e di contrasto alla violenza sulle donne ai progetti di cucina popolare; dal sostegno delle produzioni agricole biologiche e a filiera corta alle attività culturali gratuite e aperte a tutti, attraverso sale prove musicali, rassegne cinematografiche, presentazioni di libri, concerti;

 Noi, firmatari e firmatarie di questa petizione, vogliamo sostenere e tutelare lo spazio di Ri-Make e i tanti progetti che lo abitano, prevenendo qualsiasi atto di sgombero.

Firmiamo perché venga aperto un tavolo di trattativa con la società liquidatrice e il Comune di Milano, affinché possa trovarsi una soluzione condivisa che garantisca la sopravvivenza dei progetti nati nello spazio e il loro valore sociale e culturale.

Cos’è Ri-make e chi lo abita e fa vivere…

Ri-Make è il nome del progetto con cui è stato ri-aperto e recuperato l’edificio dell’ex BNL di via Astesani 47 (MM3 Affori FN). Ri-Make fa parte di Communia Network, una rete nazionale di esperienze di riappropriazione e autogestione, di cui fanno parte, sul territorio metropolitano milanese, anche la fabbrica recuperata e autogestita Ri-Maflow (Trezzano sul Naviglio), ed il parco recuperato dell’ex area Cral di Magenta, oggi Ri-Parco.

In questo momento all’interno dello spazio di Ri-Make stiamo portando avanti alcuni progetti:

People Before Borders: come rete di collettivi e associazioni, costruiamo un progetto di solidarietà con i/le migranti e rifugiati/e di questa città (e in particolare del Campo di Bresso), sostenendo le loro lotte per l’ottenimento dei documenti e di condizioni di vita dignitose. Oggi, accanto alla lotta per i diritti, costruiamo un progetto di autonomia lavorativa e abitativa per mezzo di forme cooperative e di mutuo aiuto. Inoltre, in collaborazione con uno studio di avvocati, forniamo un servizio consulenza legale completamente gratuita.

Collettivo Femminista Grrramigna: un percorso di condivisione e autonomia di donne che lottano contro tutte le discriminazioni e le violenze di genere, caratterizzando Ri.Make come spazio anti-sessista e queer con l’organizzazione di feste, presentazione libri e dibattiti, progetti di mutuo aiuto tra donne vittime di violenza e partecipando attivamente alla costruzione del movimento Non Una Di Meno a livello cittadino e nazionale.

Spazio (Af)FuoriMercato: progetto di presentazione e diffusione delle «autoproduzioni» a filiera corta, autogestita e a “sfruttamento zero” (come quelle della fabbrica recuperata Ri-Maflow, dell’associazione SOS Rosarno, del progetto Netzanet di Bari). Uno spazio aperto per promuovere un consumo critico e consapevole che ha costituito un nuovo Gruppo di acquisto solidale. Da questo progetto è nata l’esperienza dei pranzi popolari la domenica – che permettono a tante persone di passare un pranzo in compagnia con una spesa di soli 3 euro – e i mercati popolari dei piccoli produttori.

Spazio CoWorking: spazi laboratoriali e produttivi collettivi e in condivisione, costruiti da settori di giovani precari/e e disoccupati/e che in una dinamica solidale collaborano a partire dalla propria formazione e dalle proprie competenze, sistematicamente escluse o malpagate dal mercato del lavoro. Tra gli spazi di attività a disposizione di tutti/e ci sono laboratori di pittura, serigrafia e stampa, fotografia e camera oscura.

Sala Prove Popolare Autogestita Ri-Make Music: sala prove autogestita a disposizione del quartiere aperta tutte le sere della settimana, che organizza anche concerti e jam session all’interno dello spazio.

Bagdad café – Libreria Fuorimercato: una libreria autogestita che presenta piccole case editrici e rende possibile la loro conoscenza, anche attraverso incontri con autrici/autori.

Collettivo CineCaveau: laboratorio di autoproduzioni video e di studio del linguaggio cinematografico che organizza anche rassegne e proiezioni tematiche all’interno di Ri-MaKe.

E ancora, spazi per incontri sulla situazione internazionale e la solidarietà internazionalista (ricordiamo, tra i tanti organizzati, quelli sulla Siria e sull’Ucraina); spazi di giocoleria e teatro. E tutto quello che nel prossimo futuro riusciremo a mettere in piedi, insieme a chi è interessato/a a mettere le sue risorse a disposizione di un progetto collettivo e aperto.

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